IL PALIO DEI TRE CASALI - A SAVIANO SI CRESCE GIOCANDO (Tangram n. 14) Stampa

di Maria Anna Romano

Un’associazione ludica “Babalud”, un paese”Saviano”, tanti animi in vena di gioco. Questa è la semplice mistura che , da ormai 7 anni, dà forma  ad un appuntamento in cui la sana competizione e la voglia di divertirsi la fanno da padrone.
Siamo appunto  a Saviano, un paese dell’agro-nolano, la cui   nascita  si deve alla  fusione di tre casali: Sirico , Sant'Erasmo e Saviano , una fusione non solo territoriale ma, soprattutto, culturale e folcloristica. Da qui il nome di una manifestazione che conta ogni anno sempre più protagonisti.
La prima edizione del  Palio dei tre Casali, svoltasi nei giorni 6-7 e 14 febbraio 1999, ebbe  come scenario un clima particolarmente festoso.
A quel tempo l’associazione Babalud, esistente sotto il nominativo di “Sporting Club Olimpia”, decise di  offrire alla popolazione savianese   il suo  sapere culturale, sportivo e  sociale per contribuire allo sviluppo delle manifestazioni carnevalesche giunte,  in quell’ anno,  alla loro XX edizione.
Essendo il carnevale una espressione diretta delle tradizioni popolari, si pensò bene di unire un torneo di giochi popolari alle sfilate di carri allegorici.
In questa prima edizione fecero capolino quattro tipologie di sfide: il tiro alla corda, la corsa nei sacchi, la sfida della pentolaccia e della bandiera. L’obiettivo fu quello di far emergere lo spirito sano e sportivo delle gare accompagnandole con un revival di canti folkloristici : “la Tammurriata, la fronna e il Cantà a figliola”  a cura del centro studi Mimì Romano e con  uno spettacolo di mimica e coreografia: “La Panchina tre”,  proposto dagli alunni della scuola media statale “A. Ciccone”.
Ne risultò una miscela particolarmente animata e coinvolgente tanto da spingere i promotori del Palio a farne un appuntamento obbligato della vita del paese.
Negli anni questa manifestazione ha assunto caratteristiche diverse e, soprattutto, toni di maggiore spessore educativo cominciando  ad affermarsi come punto di incontro tra lo sport e la genuina creatività dei più piccoli attraverso una    fiera dei Fumetti prima e un concorso grafico-pittorico intitolato “Scarabocchiando, giocare con l’arte” poi. Oggi il palio è cresciuto con i suoi sostenitori e con la voglia di affrontare sempre nuove sfide come quella di progettare uno spazio adeguato al gioco, una ludoteca comunale pronta a  valutare le opportunità che la vita offre ai più piccoli  in rapporto alle condizioni  del territorio ad essa circostante. Tutte le edizione del Palio dei tre Casali hanno ospitato anche interventi di esperti della cultura ludica, personaggi di rilievo la cui presenza ha dato forza ad un evento che, ad un occhio distratto, sarebbe potuto apparire come un semplice momento di divertimento fine a se stesso. In realtà attraverso  il palio hanno presa vita dibattiti  sulle opportunità ludiche ed educative per i bambini nelle città moderne, temi affrontati grazie e soprattutto con la partecipazione del Prof. Rosolino Trabona, Presidente dell’Assoludo, del Prof. Alberto Baldi, della Facoltà di Sociologia di Napoli e del Prof. Arnaldo Bibo Cecchini, già Assessore al Gioco del Comune di Gradara, da cui è scaturita l’adesione del Comune di Saviano all’Associazione Nazionale Città in Gioco.
In ogni edizione del Palio dei Tre Casali un artista dedica all’Evento una propria opera d’arte che diventa il manifesto dell’edizione stessa. Opere dell’artista, anche  ispirate al gioco, vengono presentate al pubblico in un’esposizione allestita nell’ambito del Palio: in tal modo si può conoscere ed
imparare ad apprezzare l’arte attraverso mostre di autori contemporanei, nonché avvicinare i bambini al gioco dell’arte.
Oggi, all’ottava edizione di questa manifestazione, l’associazione che la promuove può fieramente vantarsi di aver riportato in vita una memoria collettiva ormai dimenticata, la voglia di grandi e piccini di riunirsi sotto l’egida del divertimento per rivalutare la vita all’aria aperta e tutti i sani valori che dietro essa si nascondono.
Nella moscacieca, nella corsa coi sacchi e in quella con le piastrelle, al ritmo di mazza e pivezo si riscoprono i passatempi di una volta ma, soprattutto la voglia di riunirsi, e giocare a crescere, imparare ad affrontare le sfide della vita, gioire per una vittoria ma, anche, rialzarsi dopo una sconfitta.