Pagina iniziale >> Archivio articoli >> EDITORIALE (Tangram n. 1)
EDITORIALE (Tangram n. 1)

di Nicla Iacovino

  1. Ecco il primo numero di una rivista interamente dedicata al gioco e all’animazione, pensata non solo per gli appassionati  di giochi e dintorni, ma anche per gli operatori sociali e quanti utilizzano le attività ludiche nei contesti animativi, aggregativi e formativi. E’ un tentativo, quindi, di collegare mondi e esperienze anche diversissime tra loro, avendo come base comune il desiderio di conoscenza, di scambio e confronto.
    La rivista intende non solo valorizzare l’uso creativo del  tempo libero  ma anche promuovere un’idea di vita giocosa nelle relazioni come nell’ambiente, individuando nel gioco quella dimensione umana che per definizione è autentica e spontanea in quanto non  finalizzata direttamente ad interessi economici e produttivi.
    La rivista si propone inoltre  di  informare e diffondere la conoscenza dei vari aspetti del gioco: dal gioco ricreativo all’uso sociale del gioco (prevenzione del disagio minorile; recupero funzionale dei disabili; integrazione degli anziani; mediazione interculturale… ); dalla didattica ludica al  laboratorio ludico-espressivo; dal gioco pubblico alla scrittura ludica fino ai dintorni del gioco. 
  2. C’è chi non ama la funzione o uso sociale del gioco e afferma che giocare serve ad una cosa sola: a saper giocare, a continuare a saper giocare, a mantenere viva la fiammella che ciascuno ha dentro. La lente colorata attraverso la quale guardarsi attorno in ogni occasione.Quella cosa per la quale bisogna tornare bambini.
    Ciò che apprezziamo maggiormente dello ‘spirito ludico’ è la potenzialità e la molteplicità delle forme  che esso assume, dal piacere della  scrittura al collezionismo passando per l’origami, uno dei tanti modi artistici per im-piegare il tempo in maniera futile. Ma siamo più contenti se attraverso queste passioni futili si riesce anche a prevenire il disagio di bambini meno fortunati degli altri, come i bambini che segue l’Associazione La Spiga Centro Amico di Sarno che ci sta sostenendo nella  stampa di questa rivista; siamo più contenti se la ludoteca  o l’oratorio servono  anche a favorire l’integrazione dei disabili o ad offrire ai giovani uno spazio  di accoglienza e aggregazione.    
  3. Il nome scelto per questa rivista è Tangram. Il tangram è un gioco di origine cinese molto amato da Lewis Carroll che consiste nel comporre svariate immagini avendo a disposizione sette forme geometriche. Anche  questa rivista vuole essere  un puzzle che si propone di tenere  insieme i vari aspetti e componenti del gioco e le molteplici anime dell’universo ludico. E’ nello stesso tempo  un metodo di composizione e ricomposizione creativa delle poche risorse che per le politiche sociali  abbiamo disponibili: soprattutto risorse umane, compagni di viaggio conosciuti magari su internet che hanno accettato con fiducia di mettersi in gioco, partendo dal presupposto che ciò che riusciremo a fare insieme è più  importante  di ciò che sapremo  fare da soli..  
    Il gioco può essere inteso sia come l’insieme delle regole a cui attenersi e da condividere sia come l’ambito creativo di cui non si conoscono in anticipo le regole e che può generare nuovi ruoli e relazioni. Anche con la nostra rivista siamo in un contesto di esplorazione creativa in cui non esistono schemi prefissati  ma un laboratorio di cui tutti facciamo parte e nel quale possiamo trasformarci.
  4. Una cosa  ancora va detta, a conclusione di questo primo editoriale. La rivista è nata da un impegno volontario e gratuito.  E’ solo per economicità di costi che viene stampata in bianco e nero, e non a colori come avremmo voluto. Una rivista di giochi senza colori è come una tavola imbandita senza vino.  Ce ne scusiamo. Tangram è nata ma  potrà crescere solo se si estenderà la rete di collaboratori disposti a farsi coinvolgere, ad inviare articoli, disegni, foto, esperienze, idee, per diffondere cultura e spirito ludico ed essere persone pacifiche e gioiose. Intanto grazie a chi ha inviato con entusiasmo i contributi di questo primo numero; grazie agli amici della mailing list   kili che ci  hanno aiutato a trovare il titolo della  rivista, e a chi ha seguito da vicino e con affetto questo parto.