Pagina iniziale >> Archivio articoli >> DA TIME TO PLAY - ALLA GIORNATA MONDIALE DEL GIOCO (Tangram n. 16)
DA TIME TO PLAY - ALLA GIORNATA MONDIALE DEL GIOCO (Tangram n. 16) Stampa E-mail

di Maria Carla RIZZOLO
     
L’ultimo Congresso Internazionale TIME TO PLAY   che ha portato a Torino nel novembre 2005 più di 600 operatori del settore educativo ha generato una vivace riflessione sul tema  del gioco e in particolare sulla relazione tra il  tempo  e il gioco.
E' difficile e limitativo proporre una sintesi, ma può essere utile, tra le molte  riflessioni che sono emerse presentarne  alcune in attesa di vedere completato il lavoro per la pubblicazione degli atti.
TIME TO PLAY ha percorso  un viaggio  di ricerca e confronto di esperienze, coinvolgendo studiosi di diverse discipline, dalla psicologia alla fisica e alla filosofia, dalla pedagogia all’urbanistica, dalla sociologia all’antropologia.
Sono state presentate 57 relazioni di cui 13 internazionali che sino svolte attraverso una sessione plenaria e 10 seminari a cui hanno fatto seguito 57 workshop tematici.
Si è riflettuto intorno a CHRONOS il tempo  quello cronologico, le lancette che non si fermano mai… e a  KAIROS il tempo personale, quello proprio dei cambiamenti della crescita, i tempi frenetici e artificiali di questa nostra epoca, il tempo – storia… memoria racconto, il tempo dei giochi e del gioco.
Il pensiero di Huizinga ci ricorda  che quando gli uomini hanno dato  origine alla civiltà, in realtà giocavano, perché solo nel gioco è possibile la creatività necessaria a quest’operazione. Così dietro all’arte, alla scienza, alla religione, alla filosofia, al diritto troviamo lo spirito ludico.  "… la cultura sorge prima in forma ludica, la cultura è dapprima giocata …". (Huizinga)
Oggi più che mai siamo immersi in una società in cui la cultura del tempo libero e della ricreazione è d’obbligo. Superato il concetto del tempo produttivo come scopo unico della vita dell’uomo (HOMO FABER) siamo nella visione del tempo ricreativo e creativo dell’uomo come finalità della vita stessa (HOMO LUDENS).
A questo proposito si è evidenziata la forte contraddizione che il gioco, vero esercizio di libertà, genera nella cultura contemporanea, infatti se pure gli si riconosce una importante   funzione educativa, sempre di più se ne limita la disponibilità di spazio e tempo. 
Non ne è immune neppure la scuola, infatti, salvo alcuni casi illuminati, il gioco occupa un tempo residuale a scuola e sempre di più si accorcia il tempo dell’intervallo. Sono stata recentemente in Finlandia e parlando con il direttore di una scuola primaria, lui spiegava come dopo ogni trequarti d’ora di lezione è previsto un intervallo di gioco di almeno quindici/venti minuti, perché il tempo di attenzione dei bambini è maggiore se intervallato da momenti di pausa e gioco quindi…., ma qui siamo in un’altra dimensione culturale!
Il rischio che si corre proprio nel proporre il gioco alla scuola è quello di vederlo snaturato ai fini didattici, ma ne vale la pena se si vuole che un po’ del tempo scolastico sia dedicato all'esperienza di vera autonomia e libertà.
Per altro il gioco è strumento duttile e multiforme che si presta bene anche al bisogno di verifica e di valutazione della scuola, molto spesso gli insegnanti che frequentano con le loro classi le ludoteche torinesi, mentre osservano i loro alunni giocare liberamente scoprono di alcuni di loro  competenze e abilità inaspettate.
Un altro dato importante emerso nel Congresso è la necessità di accompagnare i bambini attraverso una grande quantità di esperienze, lasciandogli però anche la possibilità (tempi e spazi) per misurarsi con gli apprendimenti.
Per questo i Centri di Cultura per il Gioco propongono ogni anno all’interno del CRESCERE in CITTA' (indice completo delle proposte educative di ITER - Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile) una varietà di offerte di attività ludiche che da quest’anno consente alle insegnanti interessate anche di lavorare ad una progettazione condivisa, concordata sulle esigenze educative del POF.  E ancora in questa direzione va evidenziato il lavoro in collaborazione con il “Laboratorio Città Sostenibile”, un percorso che non è solo indirizzato alla riflessione sulla riqualificazione del cortile scolastico, ma entra nella sfera impegnativa della qualità delle occasioni di gioco e della pluralità di proposte ludiche: dai giochi della tradizione alla tecnologia di ultima generazione.

Il tempo richiama lo spazio, come lo spazio il tempo. Kant in filosofia, Piaget in psicologia, Einstein in fisica hanno concepito tempo e spazio strettamente correlati.
Quali sono i TEMPI per la pratica del diritto al gioco?
Come salvaguardare il tempo e gli spazi del gioco, in città sempre più caotiche e inquinate?  A Torino, come in altre città italiane, si studiano tempi e orari individuali, aziendali e istituzionali al fine di renderli più flessibili e di coordinarli in modo più funzionale al contesto complesso, quale è quello della città.
Nell'analisi sociale della città di oggi per garantire ai bambini IL TEMPO per il gioco è necessario assicurare uno spazio destinato al gioco, che possa competere con la scuola di danza, con la palestra, con il campo sportivo, ma è possibile giocare nei non luoghi urbani ? Una provocazione ci arriva dalla psicoterapista francese F. DOLTO "… nelle città non si sfruttano abbastanza gli spazi appartati , per esempio sotto i ponti. Gli angoli sotto i ponti attraggono molto i bambini e hanno una sonorità strana, ... i bambini potrebbero creare delle orchestre di percussioni.bisognerebbe dire loro: "se volete andare a giocare là potete farlo", basterebbero dei ripari per  lasciarci i giocattoli, che non si possono portare ogni volta.
All’interno del Congresso si sono incontrate le esperienze di altri Paesi Europei: da quelle tedesche, tradizionalmente attente alle aree di gioco, alle esperienze anglosassoni e scandinave, in cui non solo si rispettano tempo e ritmi ma è molto chiaro il valore educativo del gioco, come spazio-tempo di esperienza unica di apprendimento e relazione.
L'attenzione al bisogno di gioco dei bambini (e non solo), porta a proporre attività diversificate, spazi di autonomia, e sottolinea un ulteriore obiettivo comune: intervenire sulla qualità della vita.
Questo è possibile dando valore a tutte le operazioni educative, nel senso più ampio del termine, ponendo attenzione ad offrire un buona varietà di proposte e dimostrando disponibilità verso nuovi progetti; caratterizzando i servizi educativi pubblici come luoghi di aggregazione e incontro, con attenzione ai tempi e agli orari di funzionamento;  accompagnando il singolo utente, ma al contempo  garantendo spazi di autonomia, - costruendo occasioni che vanno dalle feste di piazza per giocare tutti insieme a momenti e strumenti offerti alla crescita individuale, - sperimentando  ciò che produce il mercato intorno al gioco, (giocattoli e affini), senza tralasciare la ricerca creativa di nuove soluzioni e nuovi prototipi.
Nella realtà italiana sono ancora necessari luoghi e tempi dichiarati al gioco, servizi che possano integrare giardini e aree gioco all'aperto nelle quali ritrovarsi e di cui in alcuni casi, è necessario riappropriarsi.
Le aree di gioco, nei giardini pubblici sempre di più sono recintate per ragioni di igiene e sicurezza, non potendo creare aree per i cani,  per i tossicodipendenti, per gli sporcaccioni, si può recintare gli spazi dei bambini! 
Questo denota in modo inequivocabile un problema sociale sul quale bisogna riflettere: educare i bambini ad affrontare il mondo, oppure proteggerli dal mondo? Come aiutarli a costruirsi competenze e a sperimentare l’autonomia?  Il gioco è sicuramente uno degli strumenti principali, da qui l'importanza di sostenere servizi dedicati  al gioco, in cui siano impegnati operatori attenti alle proposte ludico educative,  che tengano conto  delle esigenze  dei bambini e dei ragazzi, e possano essere a sostegno della famiglia e della scuola. 
Anche la qualità dei servizi che propongono il gioco è  stato un punto su cui si è  dibattuto e il contributo portato dall’ ALF - Associazione Nazionale Ludoteche Francese – è un esempio di percorso possibile per andare a monitorare i servizi e nello stesso tempo, lavorare sulla formazione del personale che opera in ludoteca.
In questo senso l’impegno deve essere continuo e costante, a Torino si sta cercando  di  dare continuità a servizi che sono ormai consolidati, attraverso esperienze di tirocinio formativo, accompagnando la formazione professionale e sostenendo l’integrazione di operatori del settore pubblico e quelli di altre agenzie educative private, con i finanziamenti della L.285/97 si è potuto di iniziare questo cammino di collaborazione con Associazioni e Cooperative sociali.
     
Torino è tra i soci fondatori dell’Associazione Nazionale delle Città in Gioco, in sigla GioNa , che dal 2002 ha raccolto Comuni Province e Comunità montane impegnate a sostenere il gioco come elemento di qualità della vita.  GioNa ha prodotto attraverso il confronto tra i soci un Manifesto delle Città in gioco che va a declinare  gli intenti  verso i quali le diverse amministrazioni possono  impegnarsi per sostenere la qualità del gioco e del giocare per tutti i cittadini.
Attraverso GioNa è stato possibile rilanciare la Giornata mondiale del gioco, un appuntamento che si svolge in tutto il mondo nell’ultimo fine settimana di maggio (quest’anno cade il 26 maggio).
Un'occasione unica per occupare strade, piazze, cortili, per giocare e condividere il piacere del divertimento intergenerazionale, riscoprendo una dimensione che può superare tempi e spazi perché percorre trasversalmente generazioni culture e  popoli.
Quest’anno la città di Torino aderisce alla Giornata Mondiale del gioco con una nutrita serie di proposte che si inseriscono nel calendario eventi in occasione dell’anno mondiale delle pari opportunità per tutti. un’occasione in più per sottolineare il diritto al gioco non solo per i più piccoli. Il calendario degli appuntamenti prevede incontri teorici di approfondimento, seminari formativi, giochi e animazioni in piazza (il programma sul sito www.comune.torino.it/gioco).
      
I CENTRI DI CULTURA PER IL GIOCO
La Città di Torino  si occupa di gioco dalla fine degli anni ‘70, quando ancora l’argomento non era di moda, e risultava molto faticoso spiegare agli amministratori di allora, l’importanza di istituire servizi dedicati al divertimento di bambini e ragazzi.
Ciò non di meno si è da sempre dichiarato e sostenuto l’importanza del gioco, quanto il giocare sia collegato strettamente con l’apprendere, quanto permetta di mettere in pratica il rapporto autentico con il mondo, sia fisico che relazionale attraverso esperienze dirette, ma mediate dalla condizione di gioco.
Per poter garantire la continuità e la crescita di questi servizi il Comune di Torino  dal 2004 ha costituito  ITER Istituzione Torinese per un’ Educazione Responsabile, che raccoglie e coordina 7 Centri di Cultura per l’infanzia e l’adolescenza, con l’intento di dar loro maggiore autonomia, possibilità di azione e snellezza di procedure. ITER ha un Consiglio di Amministrazione proprio e un Presidente che, in qualità di Assessore al Sistema Educativo,  garantisce collegamento e continuità con le scelte della Pubblica Amministrazione.
I Centri di  Cultura per il gioco, presentano una pluralità di servizi e di modelli a cui riferirsi:  il Centro per la Cultura Ludica, 5 Ludoteche, 2 Punti Gioco, il servizio del Gruppo Gioco in Ospedale, presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita e l’Ospedale Martini.

Il Centro per la Cultura Ludica
Giancarlo Perempruner, uno degli ideatori del Centro, diceva:
“…questo è un luogo dove è possibile esprimere le proprie capacità creative. Quando si pensa al gioco lo si associa immediatamente al mondo infantile, ma nulla è più sbagliato in tutti noi esiste infatti, comunque e sempre, una voglia di giocare…”
     
Il Centro per la Cultura Ludica nato nel 1988 dalla collaborazione con il Comitato Italiano Gioco Infantile e la Città di Torino, si connota come  punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di gioco e giocattoli, come collettore di esperienze e volano di attività di rielaborazione e approfondimento.
E' museo - laboratorio del gioco, si propone come luogo di informazione e formazione, documentazione, spazio espositivo, punto d’incontro e di scambio; offre ai cittadini di ogni età, un esempio concreto di ciò che significa cultura ludica: dai percorsi espositivi che raccontano il gioco attraverso la storia e le diverse culture, ai corsi di formazione per saperne di più su giochi e giocattoli, alle attività di laboratorio per costruire ed inventare, e ancora mostre tematiche temporanee e permanenti, collezionisti e collezioni, inventori e prototipi, documenti ed audiovisivi per la ricerca e l’informazione, spazi per giocare.
La Collezione Perempruner, con più di duemila pezzi di giochi e giocattoli della tradizione popolare piemontese e italiana, costituisce il nucleo storico del Centro, a testimonianza di come si giocava  nelle campagne, del rapporto degli adulti con il gioco e il folklore.   
Oggi il patrimonio a disposizione si è arricchito della collezione giochi dal mondo costituita da giocattoli provenienti da tutto il mondo, raccolti e raccontati da  Mino Rosso; e dalla mostra permanente “Giochi, giocattoli e divertimenti nell’antichità”, 42 pannelli policromatici che illustrano l’esistenza e la contemporaneità  del gioco nell’antichità.  Queste esposizioni permettono di raccontare, attraverso gli oggetti, i molti modi in cui si e' giocato e ancora si gioca nel nostro paese e nelle altre parti del mondo, facendo di eventi remoti una piacevole novità. Così si può esplorare la storia scoprendo che da sempre l’uomo ha giocato, le testimonianze archeologiche e alcuni testi del passato offrono un ottimo spunto per conoscere e valorizzare epoche e popoli e per trovare una straordinaria attualità partecipando alle attività della sezione PER UNA STORIA DEL GIOCATTOLO.
Nel Centro per la Cultura Ludica l’incontro con la memoria dei giochi e dei giocattoli di tradizione popolare, consente di esplorarli e provarli direttamente, ma soprattutto di reinventarli con  materiali contemporanei  e giocarli con regole nuove, seguendo le proposte della sezione GIOCHI e GIOCATTOLI di TRADIZIONE. Le raccolte curate nella sezione COLLEZIONISMO, da quelle più classiche alle più stravaganti, sono la testimonianza che tutto può essere importante per l'uomo ed avere profondi significati; nella sezione MODELLISMO si può esplorare il mondo dal passato al futuro attraverso il  modellismo statico e dinamico, la realizzazione di diorami, l’incontro con la scienza applicata al gioco. Nella sezione AREE E SPAZI PER IL GIOCO trovano spazio il confronto e lo stimolo  per riprogettare le aree verdi, i cortili scolastici, o per costruire in modo partecipato strutture gioco, in stretto rapporto con il settore dell’edilizia scolastica; qui si  sostengono e rilanciano attività sportive della tradizione, da giocare nei cortili.
Non manca un riferimento all’ultima frontiera del gioco: i videogiochi, partendo dalla storia e dalla loro repentina trasformazione, si possono sperimentare le differenti tipologie di video gioco, nel laboratorio multimediale  della sezione COMPUTER e VIDEOGIOCHI.
La  biblioteca e la videoteca raccolgono e testimoniano quanto più possibile, quello che si è scritto, detto e praticato  sul gioco.  Inoltre il Centro è luogo di formazione, di ricerca e scambio:  perché per noi la cultura, soprattutto del gioco, è autentica quando le persone che la vivono si incontrano, si scontrano e la rigenerano continuamente.
  
Il progetto “il gioco in mostra”  rappresenta un’occasione per mettere a disposizione di coloro che sono interessati,  le riflessioni e le ricerche ludiche del Centro. Infatti  alcune delle proposte didattiche sulle quali si è lavorato sono state trasformate mostre itineranti, questo consente di esportare, scambiare ed arricchire il patrimonio ludico a disposizione.  Attualmente le proposte disponibili sono sei:
Le culture in gioco, 10 paesi del mondo sono visitabili attraverso  giocattoli e immagini, in un percorso in cui le bandiere  ci indicano in quale parte del mondo stiamo guardando, ma i giocattoli ci comunicano che alcune esperienze ludiche sono universali.
Da Roma per gioco,  un percorso tra 16 pannelli per esplorare i giocattoli e il gioco con le sue regole, praticato nell’antica Roma e portato in tutto il suo vasto impero.
La bustina dello zucchero, singolare presentazione ludica di una materia alla portata d’uso quotidiano, che presenta sorprendenti possibilità ludiche e che consente di aprirsi al vasto mondo del collezionismo minore raccogliendo e catalogando le moltissime varietà di bustine dello zucchero che sono in circolazione.
Sull’uovo, un percorso che attraversa il cinema, l’arte, la scienza, che raccoglie e ripropone curiosità informazioni esperimenti … e una interessante collezione di uova!
Giochi di vento, motore di energia alternativa da sempre il vento è oggetto di interesse e di ricerca, dai mulini cretesi alle giranti eoliche il percorso in mostra consente di approfondire il tema del vento ma anche di sperimentare e costruire in prima persona semplici prototipi.
I percorsi della memoria, propone una scelta ragionata delle molte testimonianze del gioco di tradizione, un percorso di gioco che si sviluppa nelle diverse stagioni cogliendo occasioni e materiali che si trovano in natura.
Il Centro è suddiviso in sezioni tematiche condotte da personale educativo comunale che cura la  progettazione, il rapporto con le scuole e con le famiglie. Ad integrazione delle sezioni vi sono la Biblioteca / Videoteca  e il servizio di Promozione di attività educative e culturali.


Le Ludoteche
Le ludoteche ormai sono sul territorio torinese da più di vent’anni, hanno consolidato un modello di servizio centrato sul gioco e sul giocattolo con una forte funzione sociale e di formazione.
La ludoteca promuove il gioco; si può giocare con tutto, se si aprono le porte all'immaginario e alla fantasia con l'intento di divertirsi. Se a scuola il gioco è quasi scomparso, se la famiglia tende a privilegiare il gioco individuale, possibilmente sedentario e statico, in ludoteca la dimensione ludica riacquista la sua centralità.  Si propongono giochi nuovi, ma anche quelli conservati nella memoria e che gli adulti, ludotecari, genitori e nonni, propongono, creando un nuovo spazio d'incontro e di comunicazione intergenerazionale.
La ludoteca ha una sua dotazione di giocattoli e il bambino può liberamente scegliere quale utilizzare;  si possono provare da soli o con gli altri; possono anche essere portati a casa, tramite il prestito, per un periodo che ogni ludoteca stabilisce nel suo regolamento. Da bambino consumatore a bambino che gioca una sua autonomia di scelta, svincolata da pressioni culturali ed economiche.  I giocattoli si possono scambiare e anche riparare, costruire e ricostruire nello spazio laboratorio.
La ludoteca si pone come un luogo fisico in cui bambini ed adulti possono accedere gratuitamente e liberamente. Un luogo reale in cui si svolge un’attività organizzata e non occasionale, supportata da personale qualificato. Spazio d'incontro e di aggregazione inserito nel territorio che sempre di più si compone di culture diverse, che necessitano di luoghi di mediazione in cui incontrarsi ed esprimersi. Le molteplici attività che vi svolgono  comprendono e valorizzano   anche le  feste, interne o di piazza. 
Sono luoghi di formazione e di confronto per chi deve avviare nuovi servizi o semplicemente vuole approfondire i temi del gioco e del giocare. 
Attualmente le Ludoteche sono cinque e pur mantenendo uno stesso profilo di base hanno sviluppato caratteristiche di funzionamento direttamente correlate alle realtà sociali del territorio in cui sono inserite.
Un servizio quindi che testimonia da un lato la volontà dell'ente pubblico di allargare i confini del suo intervento assumendo il valore del gioco quale valore sociale e dall'altro la necessità di una maggiore tutela del bambino nelle sue espressioni fondamentali di sviluppo e di crescita.

I Punti  Gioco
I Punti gioco fanno proprie le principale caratteristiche della ludoteca, ma in essi scompaiono i giocattoli industriali: si cerca invece il materiale di scarto urbano, lo si sperimenta, e con esso si inventano e si costruiscono giocattoli; oppure si gioca con i giochi della tradizione popolare: con il gesso si segna il selciato della strada antistante e si gioca.  Si può fare perché nel punto d'incontro è prevista la chiusura al traffico della parte di strada antistante la struttura.
Lo spirito che anima queste strutture si sintetizza  in un invito ad allargare gli orizzonti del gioco:  non comprare i giocattoli ma farsi i giocattoli;  non giocare con i giocattoli ma giocare con il mondo.
Il punto gioco si propone come luogo - per giocare insieme tra generazioni diverse, dove gli adulti propongono i "loro giochi" ancora attuali perché i bambini se ne impadroniscano per giocare senza gli adulti. Qui si scopre che la città offre una quantità immensa di materiali utili per realizzare veri e divertenti giocattoli, e si può partire alla ricerca e alla conquista di spazi per il gioco nella città, sempre meno conosciuta dai bambini.
I due punti gioco collocati nelle due opposte periferie della città hanno saputo caratterizzarsi accogliendo le sollecitazioni portate dagli utenti e trovando il modo di rispondere anche alle richieste delle famiglie, in particolare delle mamme, di avere in queste sedi uno spazio di incontro e di conoscenza reciproca.
A questo scopo sono stati individuati, in modo particolare,  tempi e spazi dedicati alle donne e agli adolescenti, all’interno dei quali progettare e realizzare azioni e interventi condivisi.

Le sale  gioco in ospedale
Nascono e si sviluppano attraverso la collaborazione tra la Città di Torino e due Aziende Ospedaliere, l’Infantile Regina Margherita e il Martini, e sono gestite nel quotidiano da animatrici comunali che costituiscono il Gruppo Gioco in Ospedale.
La degenza in ospedale rappresenta per i bambini ed i ragazzi un momento di brusca rottura con la vita abituale, impone ritmi e tempi diversi, modifica le relazioni con la famiglia, con gli amici. Il gioco, attività libera e gratificante, si presenta come preziosa opportunità di creare un ponte con la vita fuori dall’ospedale.
Oltre alle sale gioco, le insegnanti del Gruppo Gioco si occupano anche di “Bibliomouse”, la biblioteca per ragazzi in ospedale, nata per offrire un ulteriore servizio ai bambini e alle famiglie.  In biblioteca  si possono leggere o ascoltare letture, prendere in prestito libri,  partecipare alle attività di laboratorio, seguire spettacoli teatrali e incontri con autori.
Una delle attività nata qualche anno fa in modo sperimentale, ma che ormai è di routine e  viene seguita dalle animatrici del Gruppo Gioco, è “Operazione in gioco”: un percorso di accompagnamento e preparazione del bambino all’intervento chirurgico.  Durante questi momenti di gioco si può familiarizzare con gli strumenti sanitari  provando lo stetoscopio, il saturimetro, i guanti e  le mascherine.
Da qualche mese è disponibile il CD  Il filo di Arianna,  uno strumento di informazione e gioco  rivolto ai bambini costretti alla gestione quotidiana dell’urina attraverso il catetere, in particolare ai portatori di spina bifida. Un CD con filmati, giochi interattivi, letture,  approfondimenti e informazioni differenziate per i bambini e gli adulti, link a siti di interesse.Il lavoro è stato seguito da operatori sanitari, volontari, associazione genitori, che hanno contribuito attraverso i loro suggerimenti, a completare le informazioni.
Se è vero che la maggiore disponibilità di cure, negli ultimi anni, ha ridotto sensibilmente la degenza in ospedale, è indubbio che il ricovero sia sempre e comunque una situazione difficile; se le ore in ospedale sembrano non “ passare” mai, le differenti  proposte di lettura di animazione e di gioco accompagnano e sostengono la permanenza in ospedale di bambini e famiglie.
     
Chiudo citando  BATESON .."se questo è un gioco" .. un invito ad allargare l’esperienza del gioco, come per altro già  si faceva nei tempi antichi, non solo a chi opera in campo ludico, che proprio nell’esercizio quotidiano del gioco consolida  competenze e professionalità :
…Credo che si rivelerebbe un affare redditizio inserire nuovi spazi di gioco nell’ambito lavorativo. In questo caso ci si potrebbe aspettare un grosso effetto da parte del gioco".